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I 5 diss più devastanti nella storia del rap

Stilare brevi classifiche è sempre complicato: si rischia di non dare adeguato spazio a chi lo merita, per non parlare dell’ordine – spesso soggettivo – che dovrebbe seguire l’elenco.

I diss, nella cultura hip-hop, sono tra gli elementi peculiari, resi tali da ragioni storiografiche che bypassano il mero aspetto musicale ed affondano le radici nel complesso DNA afroamericano; si tratta, inoltre, di uno degli aspetti più entusiasmanti per i fans di tutto il mondo, paragonabile alle emozioni prodotte da un incontro di pugilato, una guerra tra fazioni contrapposte a cui anche Hollywood attinge da sempre per sbancare i botteghini.

Quella che riportiamo di seguito è una classifica dei 5 diss più efficaci nella storia del rap, messa insieme seguendo le linee-guida indicate da alcune delle più note riviste del settore, l’impatto culturale e, ovviamente, la validità della musica in sé.

Per gli intenditori non dovrebbero esserci sorprese, ma si tratta di una lettura didattica che consigliamo comunque a tutti.

 

  1. Jay-Z – Takeover (2001)

Non ci sono pressoché dubbi che si tratti del miglior diss di sempre. Nonostante la canzone non sia particolarmente violenta, è proprio nell’apparente “pacatezza” che risiede la sua forza: Jay-Z apre le danze della leggendaria e ben pubblicizzata faida con Nas con un pezzo basato sui fatti, più che su illazioni ed insulti gratuiti;

il rapper di Brooklyn attacca il figliol prodigo del Queensbridge dalla prospettiva di un fan, rinfacciandogli la scarsa qualità degli album che hanno seguito l’acclamatissimo “Illmatic” (1994) ed umiliandolo anche su un piano più strettamente personale, mettendo in dubbio la sua credibilità di strada e rammentandogli di non aver pagato un centesimo per il sample di “The World Is Yours” utilizzato su “Dead Presidents II”, primo singolo dell’album di debutto di Jay, “Reasonable Doubt” (1996).

Alcuni colpi, poi, sono sparati in direzione dei Mobb Deep (anche loro provenienti dal Queensbridge), ai quali l’ex patron dell’impero Roc-A-Fella riserva però un’importanza contenuta, non considerandoli minimamente al suo livello (“I sold what your whole album sold in my first week!”). Un eccezionale esempio di “roast” (termine preso in prestito dalla stand-up comedy) applicato al rap.

 

  1. 2Pac – Hit ‘Em Up (1996)

Se “Takeover” utilizza il chirurgico raziocinio per danneggiare la reputazione dell’avversario, “Hit ‘Em Up” segue una strada completamente diversa. All’apice della rabbia nei confronti di The Notorious B.I.G. (per un attentato sulle cui responsabilità ci sono ancora oggi forti dubbi), 2Pac decise di pubblicare questa canzone addirittura come singolo, girando un videoclip sfrontato almeno quanto il testo che lo accompagna.

Le parole del figlio di Afeni – così come quelle degli Outlawz, ospiti sulla traccia – si srotolano su un tappeto d’infamia, alternano offese taglienti (“Biggie, remember when I used to let you sleep on the couch, and beg a bitch to let you sleep in the house?”) a vere e proprie minacce (“Fuck with me and get your caps peeled!”), ed il tutto è reso ancor più efficace dal particolare beat, che campiona “Get Money” dei Junior M.A.F.I.A., il gruppo di Biggie verso il quale sono indirizzate alcune parole “poco gentili” del brano (“Lil’ Kim, don’t fuck around with real G’s, quick to snatch your ugly ass off the streets, so fuck peace!”). B.I.G., dal canto suo, non avrebbe mai risposto a questo diss, limitandosi ad alcuni riferimenti subliminali contenuti nel suo ultimo disco, “Life After Death” (1997), rilasciato comunque dopo il decesso di entrambi i protagonisti. Il simbolo della triste faida tra Est e Ovest.

 

  1. Boogie Down Productions – The Bridge Is Over (1987)

Sono pochi, a dire il vero, i diss pubblicati che hanno effettivamente arrecato un danno d’immagine al rivale verso cui erano indirizzati, e tra queste eccezioni – senza esitazione alcuna – merita una menzione d’onore “The Bridge Is Over”, la canzone con cui KRS-One e Scott LaRock chiudono per sempre i conti con MC Shan, Marley Marl e tutta la Juice Crew.

I motivi di questa storica e vecchia faida – denominata “The Bridge Wars” – sono frutto di una banale incomprensione: nella canzone “The Bridge”, infatti, MC Shan non aveva alcuna intenzione di togliere al Bronx (feudo della BDP) il merito di aver dato i natali alla musica rap, ma la frase “You love to hear the story, again and again, of how it all got started way back when!” era suonata come un’enorme mancanza di rispetto alle orecchie di KRS-One, con la cui risposta (nella canzone “South Bronx”) il Bronx, il Queensbridge ed il Queens andarono ufficialmente alla guerra, coinvolgendo altri rapper – provenienti da quei stessi quartieri – che diedero il loro contributo alla causa.

 

The Bridge Is Over”, dal titolo già profetico, fu l’ultimo e definitivo assalto di KRS-One, dopo il quale MC Shan avrebbe conosciuto la sconfitta ed il triste oblio, tanto bruciante che ancora oggi, a quasi trent’anni di distanza, il rapper non è riuscito ad elaborarla completamente.

 

  1. Nas – Ether (2001)

Probabilmente meno ispirata rispetto allo splendido freestyle “Stillmatic” (pubblicato tre settimane dopo “Takeover”), “Ether” è però considerata la risposta ufficiale di Nas alle provocazioni di Jay-Z, una lunga sequenza d’insulti senza peli sulla lingua che ricorda un po’ la filosofia seguita da 2Pac per la stesura di “Hit ‘Em Up”.

Questo diss si distingue certamente per il suo tono iroso, ma non manca di muovere delle critiche condivisibili: il profeta del Queensbridge accusa Jay di copiare lo stile di Biggie (“How much of Biggie’s rhymes is gonna come out your fat lips?”), di avere un’adorazione celata nei suoi confronti (“Callin’ my crib and I ain’t even give you my numbers!”) e di essere un misogino represso (“You seem to be only concerned with dissin’ women, were you abuse as a child? Scared to smile? They called you ugly?”), non mancando di utilizzare furbescamente la voce di 2Pac nell’intro, quel “Fuck Jay-Z!” che Shakur urlò nella canzone “Fuck Friendz”, uscita postuma sul doppio disco “Until the End of Time” (2001).

Dopo “Ether”, Jay risponderà con “Supa Ugly”, e da allora i toni della contesa caleranno fino alla pace, senza nessun vincitore unanimemente riconosciuto.

 

  1. Ice Cube – No Vaseline (1991)

Lasciati gli N.W.A a causa di alcune spinose dispute monetarie, Ice Cube aveva deciso d’intraprendere la carriera solista senza rancori nei confronti dei suoi ex compagni: il ragazzo californiano si era trasferito sulla costa opposta, a New York, dove si era fatto produrre l’album di debutto – lo straordinario “AmeriKKKa’s Most Wanted” – dalla Bomb Squad dei Public Enemy, lasciandosi alle spalle l’esperienza alla corte della Ruthless Records di Eazy-E.

Tuttavia, a fronte dell’astio mostrato dai restanti membri degli N.W.A nei suoi confronti (prima sull’EP “100 Miles and Runnin’”, poi su “Niggaz4Life”), Ice Cube si vide costretto a rispondere, includendo quindi questa traccia sul suo secondo LP, “Death Certificate”, uscito nell’ottobre del 1991.

Il testo, ovviamente pregno d’ingiurie, mette in luce la condotta simil-dittatoriale di Jerry Heller (co-fondatore della Ruthless) e Eazy, al cospetto dei quali MC Ren, Dr. Dre e Dj Yella sarebbero stati nient’altro che degli schiavi. Un paio di mesi dopo l’uscita di “No Vaseline”, in effetti, anche Dr. Dre lascerà la crew, decretando quindi la fine degli N.W.A, ed è interessante notare che il doppio album “Death Row Greatest Hits”, uscito a novembre ’96, contenga proprio questa canzone (è la traccia numero 7 del primo disco), una palese frecciata rivolta a Dr. Dre per aver lasciato la label di Suge Knight, soltanto pochi mesi prima.

 

Honorable Mentions”:

  • Eazy-E – Real Muthaphuckkin G’s (1993, indirizzata a Dr. Dre, Snoop Dogg e la Death Row Records).
  • Dre – Fuck Wit Dre Day (And Everybody’s Celebratin’) (1993, indirizzata ad Eazy-E, Tim Dog e Luther “Luke” Campbell della 2 Live Crew).
  • D12 – Girls (2001, indirizzata ai Limp Bizkit ed Everlast degli House of Pain).
  • Canibus – Second Round K.O. (1998, indirizzata a LL Cool J).
  • Eminem – The Warning (2009, indirizzata a Mariah Carey e Nick Cannon).

Claudio Spagnuolo aka Klaus Bundy

 

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Claudio Spagnuolo aka Klaus Bundy

Claudio Spagnuolo aka Klaus Bundy

Classe 1991, vive e lavora a Milano. Esperto di cultura Hip-Hop statunitense, collabora con Mondo Rap dall'ottobre del 2015.