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Quello che i rapper nati prima del ’90 dicono della nuova scuola

Nuova scuola – vecchia scuola, nonostante questa dicotomia presenti confini tutt’altro che nitidi, è impossibile non notare delle differenze tra il rap dei più giovani rispetto al rap dei più grandi, e nonostante le definizioni vecchia scuola e nuova scuola stiano a significare tutto il contrario di tutto, continuano ad essere due tra i termini più utilizzati in ambito di “discussione rap”.

Per questo motivo abbiamo deciso di raccogliere alcune dichiarazioni dei rapper nati prima del 1990 per capire cosa i più grandi pensano delle nuove leve, la “nuova scuola”, che probabilmente rappresenta qualcosa di molto diverso nell’immaginario di ognuno di loro.

CANESECCO

“Mi piace una cifra l’andazzo che sta prendendo il Rap, un pischello mi ha detto ‘ Secco ma non hai visto che brutto andazzo sta prendendo il Rap ?’ Non è vero, anzi, sta prendendo proprio un andazzo figo, a me piace.

Tecnicamente le robe che stanno uscendo sono tutte mostruose, sono sempre molto attento alla tecnica.. e i ragazzi nuovi sono fenomenali. A livello di contenuti invece c’è di tutto per tutti: dalle robe più sentimentali, a quelle più profonde, a quelle più di strada, quelle più classiche, quelle più da party. Non c’è proprio da lamentarsi.” (min 6:50)

“L’Hip Hop è la cosa più bella del mondo proprio perchè è libera” (min 2:40)

EMIS KILLA

Sono usciti ragazzini molto forti. Non temo il confronto dal punto di vista stilistico. La mia generazione aveva qualcosa di più da dire in termini di strofe. Abbiamo fatto la gavetta e ci facevamo un mazzo pazzesco sul pezzo. I nuovi arrivati sono più vuoti a livello di concetto e più pieni come suono.” (fonte)

TORMENTO

L’ex Sottotono ha dichiarato di rivedere se stesso in Sfera Ebbasta e Izi, sottolineando come anche ai suoi tempi, tutto ciò che era nuovo veniva visto con paura e diffidenza da parte della vecchia scuola. “Anche noi quando eravamo la ‘nuova scuola’ siamo stati presi di mira, devo dire che la stessa cosa sta accadendo adesso.. come se non si volesse mai imparare”.

 

“Oh a me i nuovi mi piacciono proprio!! Oggi in viaggio ho ascoltato IZIRkomi Sfera Ebbasta Ghali e poi tutto “Ave Cesare” di Laïoung, per poi ascoltare “Veri per sempre” tipo mille volte. Vabbè tre quarti di questi ragazzi sono THAURUS, è la famiglia che mi ha aiutato a crescere ulteriormente negli ultimi anni. Li adoro tutti.

È appena uscito un bell’articolo che avvicina l’Area Cronica a questa nuova scena italiana che sta dilagando. Davvero tante sono le similitudini che riscontro anch’io da tempo, come se la storia si ripetesse. Ma non in circolo, è più una spirale che non è mai uguale quando compie un ciclo e ritorna.  A me la trap piace perché nasce proprio dalla west coast dei novanta. Dalla 808 alle voci pitchate, passando per gli extra beat e rap che intonano melodie. Oh, mi piace proprio! È la robaccia con cui sono cresciuto.  

I più giovani, che seguano la scena francese o americana, sono legati da un filo, uno slang, un flusso che nasce dagli anni settanta e anche prima.  È bello leggere Matteo Fini e rivivere grandi cose che abbiamo fatto..per molti sono “ricordi sepolti”. La mia paura è che la storia si ripeta davvero e la fiammata che stiamo vivendo possa lasciare in parecchi scottati. Sarebbe bello imparare dalla storia ad apprezzare le cose che ci uniscono piuttosto che quelle che ci dividono?.” (fonte)

INOKI

“Quando sento dei bambini, perché anche se vi sentite grandi a 15,16,17 anni siete BAMBINI. Dire o scrivere ‘voglio blunt sprite’ ‘fumo crack’ o stronzate del genere.. mi piange il cuore. Se c è ancora qualche adulto con un briciolo di cervello in questa cosa che chiamate scena faccia qualcosa. Prenda posizione. Sta cosa della droga nel rap vi è sfuggita di mano.

Finché erano 4 scoppiati ad ascoltarlo era un conto. Ma ora che siete ovunque rendetevi conto che state facendo conoscere la merda a ragazzini tramite l’ hip hop. Facendoci anche soldi. State facendo la cosa più squallida e malvagia possibile. Io sono tutt’ altro che un moralista e tutt altro che un santo lo sapete benissimo. Ma quello che fate a casa vostra è un conto. Quello che diventa uno slogan è un altro. Drogatevi come e quanto diavolo vi pare: Ma non usate il Rap e l’Hip Hop per fare infognare dei bambini.”

GUE PEQUENO

Che ne pensi delle nuove generazioni del rap?
Guè: C’è un grande fermento, una nuova ondata di rapper giovani che hanno l’auto tune incorporato. Forse sono nati così… ( Ndr Ride).A parte gli scherzi, è giusto informarsi. Seguendo i miei gusti, preferisco il rap francese e tedesco, oltre a quello americano. Però ci sono tutti questi nuovi talenti che si ispirano tantissimo alla Francia e all’America, giustamente. Li ascolto, certo, ma non mi interesso più di produrre artisti. Mi interessa produrre me stesso.

Però un po’ di nomi freschi ci sono in Santeria…
Guè: Abbiamo preso produttori giovani, senza vedere chi fossero. E ci sono dei casi in cui i loro pezzi sono risaltati più di altri. C’è Charlie Charles, c’è Marz… Ce ne sono parecchi. (fonte)

NOYZ NARCOS

JAKE LA FURIA

Nel brano “Testa o Croce”  realizzato in collaborazione con E Green, Jake La Furia dice “siamo passati dall’inferno della musica di nicchia, diretti ad un inferno di bimbi-minkia“, la rima ha suscitato reazioni ed interpretazioni contrastanti, in molti hanno criticato Jake con commenti del tipo “Sono quei bimbiminkia che ti danno da mangiare, è grazie a loro se esisti”..

Ma cosa intendeva concretamente Jake ? Il rapper milanese lo ha svelato a Panorama, rispondendo ad una domanda con preciso riferimento alla rima in questione, di seguito la spiegazione, potete leggere l’intera intervista cliccando qui.

“Intendo che nel rap si vive un problema di eccesso di democrazia. Ora rappano tutti, davvero tutti, con il risultato che tanti ragazzini pubblicano cose imbarazzanti. Non tutti possono fare rap, la sovraesposizione del genere comporta anche effetti collaterali”

 

DANNO (NB, si riferisce alla “nuova scuola” del 2014, che non è la stessa del 2016, ovviamente. Clicca sull’immagine per vedere il video)

Danno: la nuova scena è piena di ragazzini e va benissimo così, il livello è alto

MARRACASH

Noi abbiamo iniziato a suonare in un’epoca in cui non c’era neppure il sogno di farci i soldi con il rape il rap dovevi amarlo fino al midollo, con tutto te stesso. Gente come Fabri Fibra, gli ex Co’Sang, si vivono la musica con una visceralità, con una sofferenza che i ragazzi di oggi non hanno. La maggior parte di loro pensa solo ai soldi. Io, quando facevo musica, volevo essere libero. Alla musica chiedevo di liberarmi dal lavoro. Avevo anche la smania di far soldi, chiaro, di prendermi una rivincita sulla scuola, sul quartiere, sui miei. Ma non volevo essere Laura Pausini. Invece questi sono disposti ad assoggettarsi pur di essere famosi. Sono passati per le nostre etichette indipendenti, per i nostri featuring. Li abbiamo cresciuti noi.

Un po’ è perchè questo sogno ce l’hanno già impacchettato, pronto, un po’ perchè la maggior parte di loro pensa solo ai soldi. Sono i vecchi tronisti della tv. Per un 20enne, il tronista era un modo di mettersi in luce e sperare di fare soldi, adesso c’è il rap. Quando c’erano i tronisti noi eravamo da un’altra parte. A fare Rap.

“Come padre sono disgustato, questa scena è mia figlia / Ed è di plastica e fa la zoccola, come la figlia frà di Caniggia.”

 GEMITAIZ

“Quello che vi consiglio a tutti quanti / E’ di andare a tempo prima di vestirvi luccicanti.”

 

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