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La storia della Death Row Records tra malavita, soldi e sete di potere (parte 2)

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Harry-O e David Kenner: nasce la Death Row Records

David Kenner era un abilissimo avvocato di Encino (California), ed esercitava la professione dal lontano 1968; carismatico e scaltro, aveva l’abitudine di instaurare con i suoi facoltosi clienti un rapporto molto stretto, il che lo portava spesso anche a mettersi in affari con loro.

Nella seconda metà degli anni ’80, Kenner aveva cominciato ad occuparsi dell’insidioso caso di Michael “Harry-O” Harris, membro dei pericolosi Bounty Hunters Bloods di South Central, accusato di essere uno dei maggiori importatori di cocaina negli Stati Uniti, addirittura in contatto diretto con alcuni boss dei più importanti cartelli colombiani dell’epoca, come il famigerato Mario Villabona.

L’avvocato Kenner curava anche alcuni casi pendenti di Suge Knight e, sapendo che quest’ultimo era in cerca di un partner commerciale, lo presentò a Harris**, nell’ottobre del ’91, presso la prigione statale di Telachapi, dove il signore della droga era rinchiuso per sequestro e tentato omicidio.

Nel corso del colloquio, si decise che Harris e Knight sarebbero diventati soci per 1.5 milioni di dollari ciascuno, mettendo in piedi una compagnia multimediale – denominata GF Entertainment – la quale avrebbe abbracciato i principali settori dell’intrattenimento: musica e cinema.

Lo statuto societario era così redatto: Suge Knight, Lydia Harris*** (moglie di Harry-O) e David Kenner avrebbero occupato la posizione gerarchica più alta, mentre Michael Harris non sarebbe comparso in nessun documento pubblico (per via del suo status di pregiudicato), fungendo comunque da socio occulto; la divisione musicale della GFE, la Death Row Records, sarebbe stata guidata da Dr. Dre e The D.O.C., sotto il coordinamento della SOLAR Records di Dick Griffey.

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Attraverso questa organizzazione piramidale, Knight e Kenner avrebbero controllato la Death Row, utilizzando Dr. Dre come rappresentante “di facciata” del marchio; i tre uomini avrebbero avuto metà della torta, mentre Harris e sua moglie Lydia sarebbero stati intestatari della restante percentuale.

Quando Dick Griffey vendette uno studio di registrazione alla Death Row, la sua importanza all’interno della compagnia calò velocemente, e Dr. Dre fu finalmente in grado di lavorare al suo album di debutto come rapper solista, “The Chronic”.

Per presentare la Death Row Records al mondo, il pubblicista Norman Winter (già famoso per aver lavorato con Michael Jackson) ebbe la brillante idea di affittare un locale molto prestigioso di West Hollywood, il Chasen’s, recapitando inviti (sotto forma di mandati di comparizione) a tutti i più importanti funzionari dell’industria musicale americana dell’epoca.

Il party, tenutosi il 25 febbraio 1992, fu un grandissimo successo: trattandosi della stessa serata dei Grammy Awards, furono installati dei maxi-schermi, dai quali gli ospiti avrebbero potuto seguire l’evento; l’idea di mettere dei metal detector all’ingresso fu scartata, ma il budget originario di 20 mila dollari fu presto superato, e la serata finì per costare sui 50 mila dollari.

Ripreso dalla telecamera di Don O’Dowd, David Kenner non nascose l’effettiva partecipazione di Michael Harris al progetto Godfather Entertainment, e lo spumeggiante avvocato fu anche pizzicato mentre, reggendo un calice in aria, proponeva un brindisi “in nome di Harry-O”. L’FBI avrebbe successivamente sequestrato il materiale girato da O’Dowd.

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Il boom

Dalla pubblicazione di “The Chronic” in poi, il successo planetario avrebbe investito la Death Row Records, rendendola la più proficua etichetta dell’epoca: con artisti del calibro di Dr. Dre, Snoop Doggy Dogg (“Doggystyle”, “Tha Doggfather”) e, più tardi, Tupac Shakur (“All Eyez On Me”, “The Don Killuminati: The 7 Day Theory”), la label californiana arrivò a fatturare la bellezza di quasi 500 milioni di dollari, nel periodo che va dall’anno 1992 alla fine del 1996.

Il declino e la fine

Dopo la pubblicazione di “Doggystyle”, nel 1993, Dr. Dre iniziò a non sentirsi più a suo agio nell’ambiente in cui lavorava: Suge Knight stava cominciando a bearsi del personaggio da “duro” che proponeva ai media, non voleva più rimanere dietro le quinte, ed i suoi metodi “mafiosi” di gestire la società non aiutavano in alcun modo a rendere l’atmosfera creativa; così, nei primi mesi del 1996, il produttore decise di lasciare la guida della Death Row, senza nemmeno pretendere un indennizzo simbolico, probabilmente intimidito dalle personalità poco affidabili che ruotavano intorno a quella che avrebbe dovuto essere la sua creatura.

Quando anche Tupac fu messo fuori gioco dall’attentato che gli costò la vita (nel settembre del ’96), alla promettente “Motown degli anni ’90” si aprì la botola sotto i piedi: a febbraio del 1997, Suge Knight si vide revocata la libertà vigilata e finì in carcere****; Snoop lasciò la label l’anno seguente, accasandosi alla No Limit di Master P; la madre di Tupac, Afeni Shakur, accusò la Death Row di aver derubato il figlio ed ottenne tutti i suoi nastri inediti, ad aprile del 1998*****; poco tempo dopo, Michael “Harry-O” Harris venne a conoscenza di uno statuto societario inedito, privato e del quale non era a conoscenza, secondo cui il suo potere all’interno della compagnia era pressoché nullo, e così, attraverso la moglie Lydia, anche lui portò Knight in tribunale.

David Kenner e Sug

David Kenner e Suge Knight

Per un certo periodo, la Death Row fu guidata dal cognato di Knight, Norris Anderson, mentre il sinistro avvocato David Kenner sparì dalla circolazione.

Nel 2006, Suge Knight – ormai sommerso dai debiti – ha dichiarato bancarotta e, un paio d’anni dopo, la Death Row è stata rilevata dalla corporazione canadese WIDEawake Entertainment Group, Inc., per l’irrisoria cifra di 18 milioni di dollari; a causa del fallimento di quest’ultima azienda, nel 2013, la Entertainment One ha comprato il catalogo musicale della label, e ne è attualmente unica proprietaria.

Oggi, la Death Row Records, come istituzione a sé stante, non esiste più.

 

Claudio Spagnuolo aka Klaus Bundy

 

**Michael Harris non era nuovo al mondo dello spettacolo: fu il primo afroamericano a produrre uno show a Broadway, “Checkmates” (1988), nel cui cast figurava anche un giovanissimo Denzel Washington.

***Lydia Harris conobbe Michael “Harry-O” Harris in un locale di Houston (Texas), nel 1985. Uno dei motivi per cui Harris si convinse a mettersi in affari con Suge Knight fu la promessa che aveva fatto alla giovane di farla diventare una stella della musica, anche se poi nessun progetto andò in porto.

****Suge Knight era stato posto in regime di libertà vigilata dopo che, nel 1992, aveva aggredito negli studi della Death Row i fratelli Lynwood e George Stanley, i quali – invitati in studio da Dr. Dre – avevano utilizzato per uso privato il telefono riservato alle chiamate dal carcere di Harry-O. All’invito di Suge di mollare la cornetta, i due ragazzi si erano rifiutati di obbedire, scatenando l’ira del boss: dopo essere andato a recuperare una pistola nella sua macchina, Knight picchiò i due fratelli, li costrinse a spogliarsi nudi e mettersi in ginocchio, sparando anche alcuni colpi in aria per intimidirli. La violazione della libertà vigilata – che procurò a Knight la successiva condanna al carcere, scontata fino al 2001 – è invece relativa al famoso pestaggio dell’MGM Grand Hotel di Las Vegas, nella cui hall alcuni membri della Death Row assalirono il membro dei Southside Crips, Orlando Anderson, poche ore prima dell’uccisione di Tupac.

****Afeni Shakur fondò la Amaru Entertainment nel 1997 e, da allora, pubblica tutti i dischi postumi ufficiali di Tupac, grazie anche ad un contratto di distribuzione con la Interscope Records. Dopo la morte di Shakur, la Amaru ha anche ereditato i diritti sui primi quattro album del rapper (“2Pacalypse Now”, “Strictly 4 My N.I.G.G.A.Z”, “Thug Life Vol. 1”, “Me Against the World”), originariamente rilasciati attraverso la Interscope.

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Claudio Spagnuolo aka Klaus Bundy

Claudio Spagnuolo aka Klaus Bundy

Classe 1991, vive e lavora a Milano. Esperto di cultura Hip-Hop statunitense, collabora con Mondo Rap dall'ottobre del 2015.